“Una relazione privata” di Frédéric Fonteyne

(Francia/Svizzera/Belgio/Lussemburgo, 1999)

Se una volta tanto i distributori italiani ci hanno azzeccato con il titolo del film, qualcosa vorrà pur dire.

Il regista belga Frédéric Fonteyne, infatti, con questa pellicola del 1999 – il cui titolo originale è “Une liaison pornographique”, dove il pornografico è intenso come qualcosa di intimo che viene reso pubblico – ci racconta la storia fra un uomo e una donna, entrambi senza nome, che si incontrano per dare vita a una relazione puramente fisica, senza coinvolgimenti emotivi né complicazioni sentimentali. Almeno nelle loro intenzioni.

Interpretati magistralmente da Nathalie Baye (attrice di vari film del maestro François Truffaut come “Effetto notte”, “L’uomo che amava le donne” e “La camera verde”) e Sergi López (che poi vestirà i panni del crudele e sanguinario capitano Vidal nello struggente “Il labirinto del fauno” di Guillermo Del Toro) i due protagonisti si sono conosciuti tramite un annuncio e hanno stabilito delle regole ferree per il loro rapporto: nessun contatto al di fuori delle loro “sessioni” e nessuna curiosità sulle rispettive vite private. Ma, come sappiamo, mettere delle barriere ai sentimenti, quelli veri, è spesso un’impresa vana e fuori da ogni possibilità umana.

La storia è raccontata in modo singolare: il film alterna le scene del loro rapporto clandestino a interviste postume dei due protagonisti, che rivelano il loro punto di vista sugli eventi, dopo che la relazione è ormai giunta al termine. Questo espediente non solo aggiunge una dimensione riflessiva alla narrazione, ma ci permette anche di conoscere a fondo i pensieri più intimi dei due, che forse non avrebbero mai osato confessare l’una all’altro.

Fonteyne riesce, con una regia asciutta e mai invadente, a costruire un racconto dove il non detto ha lo stesso peso delle parole pronunciate. Le scene di intimità, sebbene presenti, non scivolano mai nel voyeurismo o nella volgarità, e sono sempre al servizio della trama e dello sviluppo psicologico dei personaggi. La camera si sofferma sui loro volti, sui gesti e sui silenzi, restituendo allo spettatore un senso di autenticità e fragilità che rende la loro storia tanto comune quanto unica.

Il film ci interroga su quanto sia possibile tenere separati i sentimenti dal desiderio fisico. I protagonisti, pur cercando di vivere una relazione priva di complicazioni emotive, scoprono che il coinvolgimento personale è inevitabile, e che il contatto fisico è spesso l’anticamera di qualcosa di più profondo e difficile da gestire.

Nathalie Baye, con la sua interpretazione misurata ma intensa, dona al suo personaggio una complessità che si svela piano piano, mentre Sergi López riesce a trasmettere con straordinaria naturalezza il conflitto interiore del suo protagonista. Entrambi si ritrovano coinvolti in una rete di sentimenti dalla quale non sanno – …e forse non vogliono – più fuggire.

“Una relazione privata”, scritto da Philippe Blasband, è un piccolo gioiello del cinema europeo, che con pochi elementi e tanta sensibilità ci racconta una storia che tocca corde profonde. Non cerca mai di sorprendere con colpi di scena o trovate narrative, ma ci avvolge lentamente in un’atmosfera intima e malinconica, dove le parole non dette pesano più di quelle pronunciate.

Un film da vedere per chi ama le storie d’amore non convenzionali e il cinema che sa indagare con discrezione nell’animo umano.