“Se succede qualcosa, vi voglio bene” di Michael Govier e Will McCormack

(USA, 2020)

Questo cortometraggio animato, il cui titolo originale è “If Anything Happens I Love You”, rappresenta una pietra miliare nell’animazione contemporanea, un’opera di rara intensità che esplora il dolore della perdita terrificante con una delicatezza squisita. In un panorama cinematografico spesso dominato dalla verbosità, questo film si distingue per l’uso magistrale del silenzio, lasciando che le immagini e le suggestioni visive parlino al cuore dello spettatore.

L’animazione minimalista, che ricorda le linee essenziali e stilizzate dell’arte orientale, serve non solo come veicolo estetico ma come potente strumento narrativo. Le ombre che accompagnano i genitori, protagonisti silenziosi e disperati, incarnano i loro pensieri inespressi, il loro rimpianto, e l’amore che, pur nella sofferenza, continua a legarli. Queste figure evanescenti, quasi spettrali, trasformano la casa in un luogo di memorie in cui il tempo sembra essersi fermato, cristallizzando un momento di irrevocabile perdita.

Govier e McCormack, con un tocco che richiama l’eleganza sobria di registi come Ozu o Bresson, evitano il rischio del melodramma e scelgono una narrazione visiva che si concentra sull’essenziale. Una scelta che risuona fragorosamente, specialmente in scene chiave come quella del disegno ritrovato, simbolo di una felicità irrimediabilmente spezzata, ma mai dimenticata. La forza del cortometraggio risiede proprio in questa capacità di evocare emozioni autentiche e universali, senza ricorrere a facili soluzioni narrative.

“Se succede qualcosa, vi voglio bene” non è solo un racconto di dolore, ma un inno alla resilienza umana, alla capacità di trovare speranza anche nelle circostanze più buie e tragiche, come quella di due genitori che sono sopravvissuti alla loro giovane figlia appena adolescente, perita in una sparatoria scolastica. È un’opera che, pur nella sua brevità, offre una riflessione profonda sul significato della perdita e sull’importanza della memoria, temi cari a molto del cinema d’autore.

Questo cortometraggio ha meritatamente vinto l’Oscar per il Miglior Cortometraggio d’Animazione, riconoscimento che celebra non solo la qualità tecnica e artistica del film, ma anche la sua capacità di comunicare in modo diretto e senza mediazioni con il pubblico.

Un’opera da vedere e rivedere, capace di restare impressa nella mente e nel cuore di chi la guarda.

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