“Ombre e nebbia” di Woody Allen

(USA, 1991)

Con “Ombre e nebbia” Woody Allen ci porta in un territorio inusuale per il suo stile, ma non per il suo spirito irrequieto e curioso. Questo film del 1991, girato interamente in un bianco e nero meravigliosamente espressionista, è una sorta di omaggio al genio di Franz Kafka e al cinema muto, ai thriller noir degli anni ’30 e a quel mondo visionario che registi come Fritz Lang e Friedrich Wilhelm Murnau hanno saputo creare. Per girarlo, la produzione ha realizzato un set di oltre 2.000 metri quadrati, uno dei più grandi mai creati a New York.

Tratto dal racconto “Morte” che lo stesso Allen pubblicò nel 1972 nella raccolta “Citarsi addosso” – poi ripubblicata nel nostro Paese col titolo “Senza piume” nel 2023 – la trama del film segue Kleinman, interpretato dallo stesso Allen, un uomo qualsiasi che si trova, suo malgrado, coinvolto in una caccia a un misterioso assassino che terrorizza una città avvolta dalla nebbia. Sembra quasi una fiaba, ma di quelle oscure, dove il protagonista si muove senza una vera direzione, perso in un mondo popolato da figure eccentriche, tutte in qualche modo distaccate dalla realtà. La caccia all’assassino, in fondo, è solo una scusa per esplorare i grandi temi che Allen ama affrontare: la paura, l’incertezza, il significato (…o la mancanza di significato) dell’esistenza.

L’atmosfera onirica è resa perfettamente grazie a una regia che non ha paura di prendersi i suoi tempi e un cast di altissimo livello: oltre a Mia Farrow, ci sono John Malkovich, Jodie Foster, Kathy Bates, John C. Reilly, Madonna e tanti altri come John Cusack, che poi interpreterà il delizioso “Pallottole su Broadway” diretto dallo stesso Allen nel 1995. Ognuno dei personaggi interpreta una piccola parte di questo strano mosaico umano. Ciascuno è alla ricerca di qualcosa, e come spesso accade nei film di Allen, alla fine non trovano molto, se non ulteriori domande.

“Ombre e nebbia” è un film che non offre risposte semplici né confortanti. È un’opera che ti lascia con la sensazione che tutto sia effimero e fugace, come la nebbia che copre e scopre le strade della città senza nome, fotografata superbamente da Carlo Di Palma. Allen non ci risparmia il suo umorismo sottile e intellettuale, ma qui è più cupo, quasi cinico, come se volesse ricordarci che la vita, alla fine, è solo una lunga serie di tentativi di sfuggire alle nostre paure.

Non è un film facile o convenzionale. Chi ama il Woody Allen più leggero e spensierato, quello delle commedie romantiche o dei dialoghi fulminanti, potrebbe trovare questo lavoro troppo distante dai suoi gusti. Ma per chi è disposto a seguire Allen in questa incursione nel crepuscolo, “Ombre e nebbia” è un’esperienza affascinante, che riflette sul cinema, sulla filosofia e sulla nostra fragile condizione umana.

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