(Italia/USA, 1977)
Qui parliamo di un pezzo della mia infanzia. Di uno dei film più spettacolari della coppia mitica Bud Spencer-Terence Hill. Campione di incassi quando uscì nelle sale, oggi è considerato, giustamente, un vero cult.
Scritto e diretto da E.B. Clucher – al secolo Enzo Barboni – questa pellicola ancora oggi non perde un colpo. Grazie ai suoi due grandi protagonisti, certo, ma anche alle maestranze teniche e artistiche che vi partecipano. Artisti come lo stesso Barboni o David Huddleston – il capitano McBride – che nella sua lunga carriera ha lavorato con registi come Roman Polanski, Terence Young, Mel Brooks o i fratelli Coen. Per non parlare poi di tutti i bravissimi stuntman.
La redenzione di Wilbur/Spencer e Matt/Hill, che da lestofanti diventano poliziotti modello in una solare Miami, ancora ci coinvolge. Come ci coinvolgono le gag e la battute storiche. Dalla spudorata preferenza del capitano McBride per Matt (che ricorda tanto quella di Parisina per Mario/Troisi a scapito di Saverio/Beningi ne “Non ci resta che piangere” girato quasi sette anni dopo) al il tentato raggiro da parte della falsa aristocratica russa Galina Kocilova e amica.
E proprio in casa della Kocilova si consuma una delle battute del secolo:
Matt: Tu lo reggi il whisky?
Wilbur: I primi due galloni si, poi divento nostalgico e può scapparci la lite.
Immortale.