“Advantageous” di Jennifer Phang

(USA, 2015)

In un futuro prossimo – ahimè non troppo lontano… – Gwen (una bravissima Jacqueline Kim) è la testimonial principale e venditrice di punta del “Center for Advanced Health and Living”, una società privata che cura l’aspetto delle persone e “combatte” il loro invecchiamento fisico.

Gwen vive da sola con sua figlia Jules (Samantha Kim) appena adolescente che, come lei alla sua età, ha un ottimo rendimento scolastico. Per questo la donna intende mandarla nel più rinomato e all’avanguardia liceo della città, nonostante questo abbia una retta quasi proibitiva, per poterle garantire il futuro migliore.

Il mondo di Jacqueline, però, rischia di andare in frantumi quando Fischer (James Urbaniak), suo diretto superiore – con il quale lei ha avuto una relazione sentimentale – le comunica che il “Center for Advanced Health and Living” ha deciso di cambiare testimonial, volendo una persona più giovane e attraente rispetto a lei, e così più vicina al target di mercato che la società intende conquistare. Fischer le rivela, inoltre, che il suo licenziamento è stato voluto direttamente dal CEO della società Isa Cryer (Jennifer Ehie).

Nonostante la pessima notizia ricevuta, Jacqueline non si lascia prendere dal panico ed inizia a cercare un nuovo lavoro, vista anche la sua grande esperienza. Ma le agenzie di collocamento alle quali si rivolge al massimo le offrono di diventare donatrice a pagamento di ovuli. Col passare delle settimane la donna comprende che qualcuno le ha fatto terra bruciata intorno e che nessuno dei concorrenti del “Center for Advanced Health and Living” ha intenzione di contattarla.

Il suo conto in banca si sta inesorabilmente assottigliando e i termini per iscrivere Jules al liceo si avvicinano. Jacqueline prova a rivolgersi così ai suoi genitori che però le negano l’aiuto economico di cui ha bisogno. Disperata, chiede un incontro con Isa Cryer che la riceve con estrema gentilezza e le fa un’offerta: è disposta a riassumerla, anche con uno stipendio più alto, se accetta di sottoporsi al nuovo e rivoluzionario trattamento di bellezza che il Center sta perfezionando. Si tratta, in pratica, di un trasferimento di cervello in un corpo artificiale molto più giovane e “bello”. Inoltre, fattore determinante, lei possiede già tutto il know-how da abile venditrice necessario per pubblicizzare al meglio la nuova “Gwen 2.0”.

Jaqueline si consulta con Fischer che, categorico, le chiede di non farlo, visto che si tratta di un procedimento sperimentale e assai doloroso. Dopo aver parlato con l’uomo, Jacqueline inizia a prendere in considerazione l’ipotesi che ad isolarla lavorativamente sia stata proprio la Cryer per renderla malleabile e farle accettare la proposta.     

Come ultima carta per ottenere un prestito, ed evitare il trattamento, Jacqueline tenta quella di sua cugina Lily (Jennifer Ikeda) e suo marito Han (Ken Jong) che possiedono un ristorante orientale in città, ma…

Scritto dalla stessa Jacqueline Kim assieme a Jennifer Phang, questo ottimo film indipendente ci parla di un futuro non troppo lontano dove le cose sono fin troppo vicine a quelle che noi stiamo vivendo oggi. Nella migliore tradizione della Fantascienza americana – quella con la F maiuscola, a partire da quella del maestro Philip K. Dick, per esempio – questa pellicola ci racconta di un mondo dove le dinamiche sociali sono dettate in primis dal potere economico, vero discriminante per avere possibilità e, soprattutto, diritti.

In un mondo così – che, ripeto, è tanto vicino al nostro – una donna sola deve alla fine inesorabilmente piegarsi alle becere tradizioni di bellezza e alle ferree leggi del mercato anche solo per poter tentare di garantire alla figlia le possibilità per emergere ed evitare di finire nel suo stesso meccanismo perverso.  

Ma è davvero possibile farlo?  …E soprattutto: chi è in posizione, sempre e comunque, di “vantaggio”?